Isa è un orzowei, un “trovatello” bianco abbandonato – e non sapremo mai da chi – tra tribù di Zulù neri.
“…qui l’escluso, l’emarginato, il deriso, l’affamato, l’insultato è un ragazzo bianco in un villaggio di neri. […] dopo tanti… musi rossi, musi neri, musi gialli, ecco […] un ‘muso bianco’. Una grande trovata. Più muova ed efficace di quando venne utilizzata dall’autore di questo libro”.
A. Fatti, dall’introduzione alla seconda edizione di Orzowei nella collana “I Delfini” della Fabbri Editori, Milano, 2000
Alberto Manzi scrive Orzowei nel 1954 e vince il Premio Firenze per opere inedite del Centro Didattico Nazionale. L’anno successivo lo pubblica Vallecchi di Firenze e nel 1956 entra nel catalogo Bompiani. Nello stesso anno vince il Premio internazionale H.C. Andersen e Orzowei viene tradotto in 32 lingue.
In occasione del Centenario, l’atelier della compositrice Elisabetta Garilli ha realizzato uno spettacolo musicale dedicato al romanzo, visibile qui sotto in 3 puntate.