Il lungo viaggio di Einar

Care lettrici e cari lettori! Dovete sapere che l’eroe di questa storia è esistito veramente, nel Nord della Lapponia. I nomi degli altri personaggi del libro, per esempio Eskil e Angol, sono inventati, quello del “dottor Einar” invece è reale, così come è reale la sua lotta contro le forze e la furia della Natura, per alleviare le sofferenze degli altri esseri umani.

Qualcuno di sicuro penserà che quel che racconto in questo libro sia impossibile, ma se alla fine di questa storia non sarete ancora convinti che il dottor Einar è realmente esistito, vi invito a pensare che al mondo ci sono tantissimi Einar, i cui nomi rimangono spesso nell’oblio. I pionieri infatti camminano davanti a tutti e la folla non li riconosce mai per quello che sono.

È a tutti questi Einar che dedico il mio lavoro. Ma lo dedico anche a voi, care lettrici e cari lettori, perché possiate ricordarli.

Alberto Manzi nella nota in apertura al libro.


Pubblicato in Germania nel 1963 e finora inedito in Italia è uscito per Gallucci editore il romanzo del maestro Alberto Manzi, Il lungo viaggio di Einar, dedicato al dottore svedese Einar Wallquist Arjeplog.

Il manoscritto originale in italiano è andato perduto e il testo proposto nell’edizione realizzata da Gallucci, in accordo con gli eredi di Alberto Manzi, è dalla versione in tedesco tradotta da Angela Ricci. Anche i disegni presenti nel libro sono gli originali realizzati da Heino Meissl, sempre per l’edizione tedesca.

Nel Nord della gelida Lapponia Einar Wallquist è l’unico medico. Ha scelto di vivere lì, per aiutare i coraggiosi lapponi nella lotta contro il clima rigido e la natura selvaggia.

«La natura infuriava incontrastata, senza che nessuno le opponesse resistenza. I lapponi restavano in piedi solo grazie al loro coraggio; ma cosa può fare il coraggio, se non è sorretto dalla speranza? E la speranza di tutti loro era Einar»