Nel 1960, in novembre, Alberto Manzi viene mandato dal suo direttore didattico a fare un provino alla Rai: stavano cercando un maestro per un nuovo programma per l’istruzione degli adulti analfabeti. È scelto e gli viene affidata la conduzione di Non è mai troppo tardi, trasmissione che durerà sino al 1968. L’idea del programma e del titolo fu di Nazareno Padellaro, direttore generale della Pubblica Istruzione. In questo periodo Manzi è un “insegnante distaccato” presso la Rai:
Continuavo a percepire il mio stipendio di maestro elementare. Dalla Rai ricevevo un rimborso camicia perché il gessetto nero che usavo per fare i disegni era molto grasso, si attaccava ai polsini della camicia e li rovinava…
Non è mai troppo tardi è considerato uno dei più importanti esperimenti di educazione degli adulti, conosciuto e citato nella letteratura pedagogica internazionale, del tutto innovativo nell’impianto organizzativo, nello stile di conduzione e nel linguaggio didattico. Indicato dall’Unesco come uno dei migliori programmi televisivi per la lotta contro l’analfabetismo, nel 1965, al Congresso internazionale degli organismi radio-televisivi che si tenne a Tokyo, ricevette il Premio dell’Onu.
Alcune puntate della trasmissione televisiva si possono vedere sul sito di RaiPlay:
Il contributo televisivo
Già negli anni di Non è mai troppo tardi, Manzi si dedica anche ad altri programmi televisivi. Per la TV dei ragazzi è autore e conduttore di Snip-Snap (1962) e di È vero che? (1966). A vele spiegate (1967) è un programma in 10 puntate dedicato ai temi del mare e della navigazione. È fra gli autori dei testi di Il Paese di Giocagiò (1969). Dopo la riforma Rai del 1974, il suo impegno si orienta soprattutto su programmi centrati sull’educazione e la scuola, rivolti in particolare a insegnanti e genitori: Non vivere copia (1982), Fare e disfare, Educare a pensare (1986). L’ultimo lavoro televisivo di Manzi è Impariamo insieme, del 1992, un programma per l’insegnamento dell’italiano agli extracomunitari: una sorta di ritorno al futuro. Leggi l’articolo su Non è mai troppo tardi e Telescuola.
Il contributo radiofonico
Manzi mostrò sempre un interesse speciale per la radio che considerava un mezzo di comunicazione particolarmente suggestivo. Per la Rai, come autore o conduttore ha lavorato a diversi programmi radiofonici dal 1956, iniziando a collaborare con la Radio per le scuole, fino al 1996 quando gli fu affidato da Radio International il programma Curiosità della lingua italiana.
Alcune puntate a cura di Alberto Manzi:
Educare attraverso i media
Il significato originale ed etimologico della parola educazione viene dal latino e-ducere: condurre fuori, liberare, far venire alla luce qualcosa che è nascosto. È a questo significato della parola che fa riferimento il maestro Manzi quando pensa alla programmazione di una serie di trasmissioni televisive per gli alunni della scuola dell’obbligo (scuola elementare e scuola media inferiore).
Manzi vuole stimolare, favorire lo sviluppo delle capacità di pensare, vedere, ascoltare e riflettere per rimanere padroni del proprio senso critico come specifica anche nella proposta per la serie televisiva dal titolo Fare e disfare.
Anche se per Manzi radio e televisione erano partner “naturali” per il suo progetto di stimolare lo sviluppo intellettuale dei bambini attraverso la lettura, il gioco e la fantasia, il Maestro colse per tempo le loro possibli debolezze o degenerazioni. Rispondendo alla domanda “la televisione è educativa?” Manzi affermò “…questo strumento è valido se mette in moto l’individuo, se lo spinge, cioè, a fare, dato che ogni nostro concetto deriva dall’esperienza. Ma se abbiamo solo una conoscenza derivata dalla semplice informazione, diventiamo solo ripetitori di “cose” e non creatori in noi stessi della cultura”. Questa concezione dell’educazione come frutto dell’esperienza si può notare anche nella sua proposta di una serie televisiva per i bambini dai tre ai sei anni.
Interessanti ed attualissime sono le riflessioni che Manzi fa rispetto alla Televisione come mezzo educativo. In questo documento scrive:
La TV ha la forza di rendere tutto SUPERFICIALE, uniforme, anche i problemi più gravi così chi guarda assume un atteggiamento di accettazione fatalistica di ciò che accade, inducendo ad assumere, specialmente nei ragazzi, un atteggiamento di PASSIVITA’ ESISTENZIALE (…) TV BABY SITTER: fa comodo ai genitori (…) MA ALLORA, DI CHI LA COLPA? Lo strumento tv acquista senso e valore solo in relazione al tipo di uso che se ne fa (…) LA CULTURA NON SIA CONSUMATA MA COMPRESA
In quest’altro documento che vi proponiamo invece gli appunti dattiloscritti con cui Manzi si è preparato per una conferenza stampa del 17 novembre 1995 riguardo alla relazione tra Pubblicità e Progresso.
Appunti – uno stralcio di un lungo documento dattiloscritto in cui Manzi espone quelli che egli concepisce come le minacce del mezzo televisivo. Ponendosi domande come “la televisione è educativa?”, “è vero che chi ha in mano il potere televisivo ha la possibilità di condizionare politicamente l’ascoltatore?“, egli illustra il suo pensiero a riguardo.Segue un’altra parte in cui discute l’uso del pc a scuola, anticipando clamorosamente i tempi. Leggi il documento. Insieme per Manzi è stata, da sempre, una delle parole “magiche” preferite, fin dai primi scritti, dai primi libri. Insieme nella stessa comunità, nella stessa patria dell’uomo, il mondo… Insieme fu anche il titolo per le trasmissioni pensate – sull’esempio della celeberrima scuola televisiva per gli italiani – per insegnare l’italiano agli extracomunitari.
“Insieme per apprendere a comunicare tra di noi (leggere – scrivere) per conoscere il mondo dove viviamo, abbandonando la passività mentale dello spettatore televisivo…” scriveva Manzi nella proposta per la Rai. A causa, secondo lo stesso Manzi, del fatto che pochi extracomunitari avevano la televisione e potevano guardarla nell’orario di pranzo assegnato alle lezioni, e senza possibilità di reppliche, la trasmissione non funzionò come avrebbe potuto se meglio programmata. Fu l’ultima conduzione televisiva di Alberto Manzi.
Idee per trasmissioni televisive e radiofoniche
Apparentemente sembra impossibile poter realizzare una serie di trasmissioni scolastiche adatte agli alunni del I° e del II° ciclo della scuola elementare, e adatte anche agli allievi della scuola media dell’obbligo.Impossibile, sarebbe, infatti, se si pensa ancora alla lezione che fa immagazzinare conoscenze, che allena soltanto la memoria e trascura di coltivare l’abitudine al ragionamento.Possibile se, invece, “la lezione” vuole favorire le occasioni per porre gli alunni di fronte a problemi da risolvere per acuire il loro senso critico, per abituarli a riflettere, a giudicare obiettivamente, sulla base delle informazioni, i fatti e gli avvenimenti che accadono.Ora più che mai la Scuola deve abituare la gente a PENSARE. Nel momento attuale c’è persuasione occulta sia dal campo commerciale, sia politica, e la sorte della vita comune, del vivere con gli altri, è legata alla capacità che i cittadini avranno di saper giudicare da soli, di decidere liberamente , con piena conoscenza di causa.Oggi il compito della Scuola è di insegnare a pensare, insegnare ad apprendere, per sviluppare il gusto e “l’appetito” per la cultura. Bisogna imparare a vedere, ad ascoltare, a riflettere. Soprattutto a rimanere padroni del proprio senso critico.Le trasmissioni proposte vogliono aiutare gli insegnanti nel difficile compito di realizzare questo impegno. Si vogliono offrire degli spunti, di indicare una traccia per aiutare a comprendere quali sono le metodologie da seguire per insegnare a pensare.Starà al singolo insegnante, poi, con la sua sensibilità, la sua cultura e la sua inventiva, creare collegamenti, inventare a sua volta esercizi e farne inventare, infine e in definitiva scoprire l’unità indissociabile della cultura.Solo in questa maniera, non usando cioè la trasmissione passivamente ma arricchendola con la personale esperienza di vita, la trasmissione stessa risulterà viva e potrà costituire un valido aiuto per tutti gli insegnanti che non vogliono trasmettere inutili nozioni, ma vogliono anzitutto insegnare ai ragazzi ad usare in ogni occasione, il cervello.Le trasmissioni saranno realizzate da persone che sono veramente convinte che è possibile aumentare le capacità intellettive dei ragazzi. Messo di fronte allo stimolo giusto, il ragazzo imparerà per il piacere di imparare.
Elenco delle idee di Manzi per trasmissioni televisive e radiofoniche:
- Ecologia, Educazione all’Ambiente – Proposta di una serie di trasmissioni destinate agli insegnanti e ai genitori per una educazione all’ambiente.
- Fare e disfare – Proposta per una trasmissione televisiva destinata a insegnanti, genitori e bambini dai tre ai sei anni
- Gioia di scoprire – Proposta per una serie di trasmissioni televisive per bambini dai tre ai sei anni
- Il circolo risponde a… – Proposta per una trasmissione destinata a insegnanti e genitori alle prese con ragazzi in età prescolare e scolare.
- Il nostro mondo – Proposta per una trasmissione televisiva destinata ai ragazzi dai 6 ai 13 anni.
- NOI insieme – Proposta per una trasmissione destinata ai ragazzi dai 6 ai 14 anni.
- Non è mai troppo tardi per cominciare a … ragionare – Proposta per una trasmissione televisiva per un pubblico senza età.
- Niet, perché” – Proposta per una trasmissione televisiva destinata ai ragazzi.
- Senza titolo – Proposta per realizzare una serie televisiva destinata ai genitori, agli insegnanti, a chiunque s’interessa ai bambini
- Snap – Proposta per un giornale dei bambini al fine di valorizzare le attività educative del mezzo radiotelevisivo
- Zupack o della fantasia – Proposta per una trasmissione destinata a tutti